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Gentile signor Catalano,seguo sempre con piacere le sue trasmissioni radio e sempre con lei concordo, ma questa volta,forse,non tanto.Mi piace il vecchio:davanti a un palazzo, ad una piazza, ad una chiesa restaurata mi trovo sempre un pò stupito ricordando con affetto e tristezza il volto che avevano prima.Prendo, ad esempio, la piazza del duomo di Siracusa.Oggi agli occhi di un turista e di un siracusano, sempre più imbecilli, sembra bellissima,ma io la vorrei come negli anni settanta con i suoi alberelli di oleandro, le macchine parcheggiate e l’entrata del bellissimo museo archeologico con le sue finestre che davano sul porto grande.Piccoli ricordi, ma cosa rimane davanti a questa notte infinita? Le etichette del bellisimo museo Abatellis li lasci come sono. Con stima un suo ascoltatore.
Gentile Signor Manselli,
la ringrazio molto per la sua lettera e per i suoi generosi apprezzamenti. In verità sono meno distante dalle sue considerazioni di quanto forse l’ultima puntata facesse intuire; anzi: in questi giorni, passeggiando per Palermo, anch’io mi sono trovato a rimpiangere le automobili accalcate una sull’altra a Piazza Bologni o a Piazza San Domenico. Così come anche rimanere imbottigliati nel traffico davanti all’ingresso di Castel Sant’Angelo aveva un suo perché. Al tempo stesso, però, devo ammettere che apprezzo i musei curati, con un’illuminazione che rende facile la visione dei quadri, etc. In questo senso, la visita a Palazzo Abatellis trasmetteva – forse erroneamente – l’idea che a nessuno importasse il destino di quelle opere.
Detto ciò, non posso che essere contento che qualcuno segua i miei sproloqui con interesse. Non siamo in pochi – ma evidentemente non siamo ancora un numero sufficiente – a vedere l’avanzare verso lo sfacelo.
Un cordiale saluto,
F