Claudio Cassardo e i termini giusti per raccontarci le ondate di freddo.
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Formazione e discussione sul tema dei cambiamenti climatici
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- Emad Armoush’s Duos – Electritradition (Drip Audio, 2023)
- Amalie Dahl/Henrik Sandstad Dalen/Jomar Jeppsson Søvik- Live in Europe (Nice Thing Records, 2024)
- Chad Fowler – Birdsong (Mahakala, 2024)
- Christoph Gallio – Sunday Interview
- Bill McBirnie - Reflections (for Paul Horn) (EF, 2024)
- Science Friction - No Tamales on Wednesday (Screwgun, 2024)
- New Old Luten Trio - Something New, Something Renewed
- Antistatic – Relics (Cuneiform Records, 2024)
- Christoph Gallio, Dominic Lash, Mark Sanders – Live at Café Oto London (ezz-thetics, 2023)
- Matthew Shipp Trio - New Concepts In Piano Trio Jazz (ESP-Disk’, 2024)
- Matt Mitchell - Sunday Interview
Si può affermare che le onde di rossby diventano più frequentemente stazionarie?
Oppure è sbagliato?
Non esattamente. In realtà si è visto che le onde di Rossby diventano più ampie. Se fossero stazionarie permarrebbero per lungo tempo sulla stessa zona, cosa che talora capita (ad esempio quando viviamo situazioni anticicloniche per diverse settimane consecutive, d’estate (2003) o d’inverno (2019-20). Questo però non incide molto sulla loro intensità. Le ondate di freddo che d’inverno hanno interessato il nord America, l’Europa o l’Asia fino a latitudini quasi subtropicali (il caso recente del Texas, o il bacino del Mediterraneo, o nel sudest asiatico quando arrivano fino in Corea del Sud) sono un sintomo di questi fenomeni e, come si è detto nell’audio, l’effetto è quello di portare l’aria polare o anche artica alle latitudini subtropicali e viceversa (aria subtropicale alle latitudini polari, spesso qualche migliaio di km a est oppure ad ovest dell’onda fredda). Commento curato dal Professor Cassardo.